Aspettando..

Cominciano ad arrivare i corridori.

Ci passo accanto e fa tenerezza da quanto corta è. La coda di Rovolon è altra cosa, penso tra me.

Ritorno in strada ad accogliere chi taglia i traguardi che stasera sono due archi gonfiabili differenti. Lì sotto si mescolano età, passioni, storie, velocità. Percepisco soddisfazione soprattutto stasera che l’arrivo è in salita.

A proposito di metafore della corsa.

Qualcuno si avventura in abbracci e mi passa il proprio sudore. Non dovrei, ma chi se ne frega.

La coda cresce. 

Ordinata.

Non ho mai visto una serata di Summer Run a Rovolon senza stelle. Nei pomeriggi che la precedono succede sempre qualcosa per cui le nuvole decidono di ritrovarsi altrove. Va così anche oggi e la mia città è laggiù, riesco persino a vederla da qui.

Sono arrivati tutti e lascio la strada.

La coda ora inizia da lì.

Imponente. 

Ho sempre amato isolarmi ed osservare le persone mentre fanno la stessa cosa. Stasera aspettano.

Mi colpisce una coppia: lui con una mano mantiene un cono di carta con le frittelle dentro e con l’altra accarezza il suo ragazzo che ha due calici di vino in mano. Il vino all’interno della festa della birra: sacrilegio!

C’è un gruppo di persone con la stessa maglietta azzurra. Sono colleghi. Prima della partenza mi ero avvicinato e avevo percepito un non so che di formale in loro: distanze e strette di mano composte. Quasi come in ufficio. Li osservo ora in coda. Si sfottono, una ragazza tira la t-shirt di chi lo precede e un altro abbraccia e spinge il suo vicino. 

Il potere della corsa che avvicina sempre.

 

 

Alzo il volume della cassa. La gente in coda batte il piede.

La gente canta “Romagna mia”, la gente sorride, la gente è allegra.

Due ragazzi flirtano. Non sono fidanzati, me lo hanno detto. Ma si piacciono, penso. Non glie ne frega nulla della corsa, della birra, dei bigoli e tantomeno della coda. Anzi, concilia. Mi piacerebbe dar loro un tavolo lassù, appartati. Da lì le stelle si gustano meglio.

Un gruppetto con le maglie gialle mi trascina nel loro cerchio. Hanno un frigo portatile e mi offrono una birra fresca. Sapevano della coda e si sono organizzati dal giorno prima. Una piccola Summer Run dentro la Summer Run.

C’è una cornice gialla che passa di mano in mano e ci si fotografa dentro sfoderando i migliori sorrisi e i migliori pensieri per quel ragazzo che ci osserva dal cielo e sorride con noi. Sorride di noi, penso.

E’ passata un’ora. Mi accodo agli ultimi. Per me che perdo la pazienza se ho tre persone davanti alla cassa di un supermercato c’è qualcosa di incomprensibile nell’aria.

Questi amici invece sono stati seduti sul muretto della piazza ad osservare il panorama. “Abbiamo parlato” mi dicono. “Ci si dimentica di parlare durante la settimana”, mi dicono. “E poi ci siamo messi in coda, alla fine e con calma.”

Incrocio chi ha mangiato e se ne va. Percepisco la stessa soddisfazione dell’arrivo sotto l’arco. La coda se la sono dimenticata? Non ne sono convinto.

Mentre gli archi si sgonfiano e gli striscioni si arrotolano penso che dobbiamo fare qualcosa per ridurre la fila. Stessi identici pensieri ogni anno, da tanti anni e nello stesso punto della strada. Accanto alla scuola.

Stesso pensiero la notte e il giorno dopo. Poi scrivendo penso anche che se la coda non ci fosse perderei un po’ di quella magia che assorbo dalle persone. 

L’anno prossimo vedremo. Ci lavoreremo. 

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Luglio

  • 20 luglio – Abano Terme
  • 27 luglio – Limena

Agosto

  • 03 agosto – Legnaro
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  • 31 agosto – Albignasego

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